Circa quattro anni fa, ho deciso di smettere di lavorare e mi sono ritirata a vivere in campagna. Di come ho preso questa decisione e delle motivazioni che mi hanno spinto a fare questa scelta ve ne parlerò in un’ altro articolo. Oggi voglio di come ho intrapreso un percorso verso una vita semplice e frugale, rinunciando a molte cose. Attenzione però, perché la parola “rinuncia” non ha per me il significato di privazione. In realtà, ho raggiunto una consapevolezza diversa mentre osservo quello che accade nel mondo. Dalla pandemia in poi, ho deciso di allontanarmi dal consumismo e dalla smania di arrivare chissà dove.
Insomma, per farla breve, come quando si guida un’auto, ho ridotto la marcia al minimo e mi sono concessa il privilegio di guardarmi intorno. Ho riscoperto così un’esistenza nuova, fatta di piccole cose come un tramonto o un’ape impollinatrice su un fiore di pesco a primavera. È iniziato così il mio percorso di rinascita a una vita più modesta, sì, ma piena di valori. Mi sono accorta che fare la contadina mi appassiona molto, riscoprendo quanto può essere gratificante raccogliere i frutti dall’orto invece che dal frigorifero. Certo, i soldi servono, nessuno può negarlo, nemmeno una come me che si è dimessa da un lavoro statale. Ma bisogna anche saperli gestire per minimizzare gli sprechi.
Ora non dilunghiamoci troppo e andiamo a vedere le dieci cose che non acquisto più da quando ho iniziato il mio percorso di semplicità volontaria:
Prodotti per la pulizia della casa: Ho già parlato di come pulisco la mia casa nei precedenti articoli, fornendo anche qualche consiglio su come fare i detergenti per le pulizie. Si possono produrre in autonomia detersivi per la lavatrice, la lavastoviglie, per l’igiene personale e anche la crema per le mani. Ci sono siti web dove persone competenti spiegano bene come autoprodurre la candeggina, il sapone e molto altro. se siete interessati andate a darci un’occhiata. I detersivi in commercio sono molto inquinanti, irritanti e non biodegradabili. Quindi, optare per l’autoproduzione non solo giova al portafoglio ma anche all’ambiente.
Carta igienica e salviette umidificate: Mi riferisco anche ai tovaglioli di carte e tutto ciò che è usa e getta. Voglio solo ricordarvi che tre milioni di alberi vengono abbattuti ogni anno per pulirci il…! Io ho trovato la soluzione: uso il bidè per pulirmi, esattamente come quando mi lavo le mani. Ne ho parlato molto nell’articolo precedente di come da un albero si arriva alla carta igenica.
Ortaggi: Ora che ho un orto tutto mio, ho smesso di acquistare le verdure. Alcune volte mi capita di donare le verdure perché non riesco a consumarle tutte. Qualcuno di voi mi dirà che fare l’orto implica un costo, ed è vero, ma sono spese ridicole. Io uso le sementi che costano pochi euro e producono molto, poi concimo con gli escrementi delle mie galline e il compost. Mi sono fatta due conti, scoprendo di aver risparmiato circa il 20% sul totale della spesa. Infatti, gli ortaggi del supermercato sono costosi e non sono biologici.
Pane e affini: Prima acquistavo sempre il pane, ora che ho più tempo lo autoproduco con il lievito madre da me creato, così come torte e biscotti. L’unico inconveniente è il tempo necessario per realizzare un buon prodotto. Per fare il pane ci vogliono due giorni, per la colomba, il pandoro e il panettone ci vogliono tre giorni. Però, una volta assaggiato il prodotto finale, magari cotto nel forno a legna, abbandonerete quello tradizionale, ve lo assicuro.
Dado: Ho smesso tanti anni fa di acquistarlo quando mio marito mi regalò il famoso robot che, oltre a impastare, cuoce e pesa gli ingredienti. Sul ricettario c’era la ricetta del dado e, incuriosita, provai a farlo. Da allora non l’ho più acquistato e ho scoperto che non è necessario avere un robot così costoso per poterlo fare. Basta cuocere gli ingredienti e frullarli con un minipimer che quasi tutti abbiamo nelle nostre cucine. Quindi, tutti possiamo realizzarlo. Quello in commercio è molto salato e ricco di insaporitori chimici, basta leggere l’etichetta.
Bevande zuccherate e gassate: Energizzanti che ci mettono le ali, succhi di frutta dai colori e sapori improbabili sono tutte bevande ricche di zuccheri, caffeina, aromi non naturali, conservanti e chi più ne ha più ne metta! Quando abbiamo sete, non c’è niente di meglio dell’H2O, la bevanda più sana che la natura ci offre. Lasciate perdere gli intrugli che ci bombarda la pubblicità. Se proprio volete mettere le ali, andate sul ponte tibetano, allora sì che avrete la sensazione di volare. Nel canale ho fatto un video sugli energy drink e sui loro effetti sulla salute, se volete approfondire andate a vederlo.
Tappeti e tende: Non me ne vogliate, questo è solo il mio pensiero, poi ognuno di noi può pensarla diversamente. Io i tappeti non li posso sopportare. Quando avevo i bimbi piccoli acquistai un tappeto pensando che fosse utile per farli giocare, ma rimasi delusa. È un ricettacolo di polvere e di sporco. Dovevo usare più volte in un giorno l’aspirapolvere, senza contare che i miei figli lo hanno sporcato di cibo. Insomma, non è stata una bella esperienza. Così, anche se oggi esistono tappeti facili da pulire, ho deciso che non mi servono. Ripeto, questa è la mia opinione personale. Per quanto riguarda le tende il discorso cambia si perchè se si vive in città e dalla finestra si vede il vicinato, c’è il bisogno di privacy. Quindi le tende assolvono lo scopo, per me che vivo in campagna e dalla mia finestra si vedono i prati non c’è necessità di avere le tende alle finestre.
Calamite: Non so voi, ma io quando dovevo pulire il frigorifero e mi trovavo tutte le calamite attaccate allo sportello, mi veniva voglia di buttarle via. Non hanno un’utilità, non abbelliscono e quindi le ho quasi eliminate. Quando andate in vacanza, non acquistatele e se proprio dovete, prendete qualcosa di utile come i prodotti locali oppure semplicemente fate tante foto.
Collant: È da tanto tempo che non acquisto questi prodotti e questo è dovuto al fatto che non indosso molto gonne o vestiti. Preferisco di gran lunga i pantaloni, mi ci sento comoda e a mio agio e d’inverno mi tengono caldo più delle gonne. Solo d’estate, quando fa molto caldo, indosso i vestiti che mi tengono più fresca, ma a quel punto i collant non servono. Oltre a non servirmi, mi è capitato anche che alcuni tipi mi hanno scatenato un forte prurito, che alla fine ho dovuto toglierli.
Smalto: A suo tempo ho speso molti soldi per le manicure e i semipermanenti. Ora che ormai sono arrivata alla soglia dei 60 anni, ho capito che per avere le mani curate e belle a vedersi non è necessario avere le unghie lunghissime e laccate di colori sgargianti. Così ho imparato a curarle da sola, togliendo le pellicine e tenendole non troppo lunghe perché mi intralciano. Quando ho un’occasione importante, uso uno smalto trasparente o chiaro, così se si sbecca non si nota.
Spero che questa lista di cose che non compro più sia stata d’ispirazione e d’incentivo a riflettere su cosa per voi è veramente importante. I miei suggerimenti sono solo uno spunto, poi ognuno di voi trae le sue conclusioni. Certo è che non tutti possono permettersi di non lavorare per dedicarsi all’autoproduzione. Ma certe accortezze tutti possiamo adottarle. Quindi, non dico di fare il pane, ma acquisti consapevoli, certo che sì. Non lasciatevi prendere dalla fretta, prima di fare un acquisto riflettete bene. Questo lo possiamo e lo dobbiamo fare tutti. Siate dei consumatori parsimoniosi e leggete bene le etichette.
Vi ringrazio di aver avuto la pazienza di leggere fino alla fine e se vi piacciono i miei contenuti mettete un like e lasciate un commento, sarò felice di leggerlo. Buona giornata e al prossimo articolo.