Il cibo è sacro è il tuo carburante, la fonte delle tue energie. Non importa che sia pasta al pomodoro o filetto di manzo, quello che metti nel piatto rappresenta non solo una scelta personale, ma un gesto di fiducia verso chi produce e distribuisce gli alimenti. Ma come proteggere questa fiducia dai furbi del cibo, quelli che, più che alle ricette, pensano a come far soldi? A difendere gli alimenti sono state disposte normative e leggi che cercano, ma non sempre ci riescono, di tenere lontano dai nostri piatti l’ombra delle contraffazioni alimentari.
Sei curioso di scoprire come funzionano queste regole, come nascono e come ci aiutano a evitare brutte sorprese a tavola?
Perché servono delle leggi (e anche delle pene severe)?
In un mondo ideale, ogni produttore di cibo sarebbe un amante della qualità, e i supermercati sarebbero pieni solo di prodotti genuini. Ma la realtà è molto diversa: ogni anno, il mercato del falso alimentare vale miliardi di euro, e non stiamo parlando di poche mozzarelle blu o di qualche bottiglia di vino annacquato. Chi si occupa di contraffazione alimentare mette a rischio la salute dei consumatori, raggira l’economia legale e calpesta le tradizioni produttive autentiche. Il tutto senza preoccuparsi delle conseguenze e senza un minimo di scrupolo. Troppi “senza” per i miei gusti!
Ecco allora che il legislatore interviene, perché la frode alimentare non è una semplice mancanza di qualità: è un vero e proprio crimine.
L’Europa scende in campo: il Regolamento CE 178/2002
Partiamo dalla base: in Europa, la madre di tutte le normative sulla sicurezza alimentare è il Regolamento CE 178/2002 , entrato in vigore per stabilire un quadro completo di sicurezza alimentare valido per tutti i paesi membri. Questo regolamento impone che gli alimenti in commercio siano sicuri e che i consumatori possano fidarsi di ciò che acquistano, stabilendo criteri di trasparenza e tracciabilità lungo tutta la catena alimentare.
Due concetti chiave del regolamento sono:
Precauzione : Se c’è anche solo il sospetto che un alimento sia dannoso, può essere bloccato immediatamente.
Tracciabilità : Gli alimenti devono poter essere rintracciati in ogni fase del loro percorso, “dal campo alla tavola”. In pratica, qualsiasi alimento o ingrediente può essere “seguito” lungo la catena di produzione e distribuzione, fino al consumatore.
Se un lotto di prodotti sospetto arriva in un supermercato europeo, le autorità devono poter risalire al produttore in pochi passi. Questa tracciabilità non è solo teoria: grazie ai sistemi digitali e alla tecnologia blockchain, oggi gli alimenti possono essere monitorati quasi in tempo reale.
Il Codice Penale e il Decreto Legislativo 231/2017
L’Italia ha preso molto seriamente la lotta alla contraffazione alimentare, e il Codice Penale prevede punizioni severe per chi falsifica alimenti. Gli articoli 439 e 440 parlano chiaro: alterare, contraffare o avvelenare gli alimenti è considerato un reato grave, con pene che possono arrivare fino alla reclusione. Insomma, non si scherza con i nostri spaghetti.
Nel 2017, poi, è stato approvato il Decreto Legislativo 231/2017 , che ha dato ancora più potere alle autorità. Questo decreto ha stabilito una serie di misure per impedire che i prodotti contraffatti raggiungano il mercato, introducendo specifiche regole di trasparenza e ispezione per i produttori. Tra i punti principali del decreto:
- Controlli serrati su tutti gli alimenti che entrano e circolano in Italia, con multe salate per chi non rispetta le norme.
- Denuncia obbligatoria : Se un’azienda sospetta che ci sia stato un problema con un prodotto, deve avvisare le autorità senza esitazione.
- Certificazioni : I produttori devono certificare i metodi di produzione e la qualità degli ingredienti.
Marchi di Qualità: la “carta d’identità” dei prodotti
Per aiutare i consumatori a riconoscere gli alimenti autentici, l’Unione Europea ha introdotto i marchi di qualità come DOP, IGP e STG. Questi marchi garantiscono che un prodotto è stato realizzato secondo standard rigorosi di qualità e provenienza. Ecco cosa significa:
- DOP (Denominazione di Origine Protetta) : Solo gli alimenti prodotti e trasformati in una certa zona, seguendo regole tradizionali, possono avere questo marchio. Parmigiano Reggiano, Prosciutto di Parma e Mozzarella di Bufala sono esempi famosi.
- IGP (Indicazione Geografica Protetta) : Con l’IGP, basta che una fase della produzione avvenga in una certa area. È un marchio un po’ meno restrittivo, ma garantisce comunque qualità e provenienza.
- STG (Specialità Tradizionale Garantita) : Questo marchio tutela metodi di produzione tradizionali, senza limitare l’origine geografica.
Questi marchi sono come una “carta d’identità” per i prodotti autentici, e scegliere alimenti con queste certificazioni significa sostenere i produttori che lavorano nel rispetto delle regole. E poi diciamolo: un Parmigiano Reggiano con il marchio DOP non ha niente a che vedere con quei formaggi grattugiati generici che troviamo altrove.
Chi controlla?
Nel nostro paese, i veri “paladini” della lotta contro le contraffazioni alimentari sono i NAS (Nuclei Antisofisticazione e Sanità dell’Arma dei Carabinieri) e l’ ICQRF (Ispettorato Centrale della Tutela della Qualità e Repressione Frodi).
- NAS : Ogni anno, i NAS conducono migliaia di ispezioni per individuare prodotti contraffatti, adulterati o scaduti, per sequestrare alimenti non sicuri e proteggere i consumatori. Il loro lavoro va dai controlli nei supermercati a quelli sui siti di produzione, e ogni tanto smantellano vere e proprie “fabbriche del falso” in cui si producono cibi adulterati.
- ICQRF : Questo ente si occupa di verificare la qualità e l’autenticità dei prodotti agricoli e alimentari. Dal vino all’olio, dal miele alle conserve, nulla sfugge al loro occhio vigile. L’ICQRF ha un compito complesso, poiché verifica non solo la qualità del prodotto finale, ma anche il rispetto di tutte le norme lungo la filiera.
Norme Internazionali: L’OMS e la Codex Alimentarius
A livello globale, anche l’ Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e la Codex Alimentarius Commission hanno creato linee guida per garantire la sicurezza alimentare. Il Codex Alimentarius è una sorta di manuale di sicurezza alimentare valido in tutto il mondo, che pubblichiamo standard, linee guida e pratiche raccomandate per mantenere la qualità dei cibi.
Queste norme non sono vincolanti come le leggi, ma vengono adottate da molti paesi per armonizzare i controlli e ridurre il rischio di frodi alimentari globali. Quando si tratta di alimenti importati, infatti, ogni paese ha interesse a evitare di “ingurgitare” truffe di provenienza internazionale.
Conclusioni
Le normative e le leggi contro le contraffazioni alimentari come avrai capito ci sono. Va ribadito che non sono solo regolamenti burocratici, ma vere e proprie armi per proteggere la salute e difendere la tradizione dei tuoi piatti preferiti. Grazie a queste norme, puoi sentirti “un po’ più sicuro” quando acquisti prodotti di qualità, sapendo che dietro ogni etichetta certificata ci sono controlli rigorosi e standard severi.
La tua attenzione è fondamentale! Conoscere le leggi e i marchi di qualità ti mette nella posizione di fare scelte più consapevoli, smascherando i furbetti e portando a tavola solo prodotti degni della tua fiducia e del tuo appetito. Leggere attentamente le etichette, preferire marchi certificati e fare acquisti nei negozi affidabili sono piccole precauzioni che fanno la differenza, non solo per la tua salute ma anche per la qualità del tuo cibo.
Occhio all’etichetta e buona spesa a tutti.